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FESTA DI VISCIANO


Il comitato Battenti Visciano è costituito da un gruppo di persone che ogni anno dal 1943 organizza la “marcia dei Battenti”. La marcia dei battenti è un pellegrinaggio di penitenza, a piedi nudi, che attraversa vari paesi dell’agro nolano tra cui Marzano, Liveri, San Paolo Belsito, Nola e Schiava per poi ritornare a Visciano nella Basilica della Vergine Consolatrice del Carpinello. La marcia coinvolge la quasi totalità della popolazione viscianese, donne, bambini, giovani, uomini e anziani. Le origini del pellegrinaggio a piedi nudi risalgono ai primi anni Quaranta. Infatti si racconta, che i primi a dare inizio a quella che poi è diventata una tradizione, furono gli abitanti di Schiava, che il lunedì della festa della Madonna, erano soliti venire a Visciano a piedi nudi. Oggi il gruppo è composto da più di mille persone. Il simbolo dei Battenti è la Bandiera, presente in testa alla marcia. Ogni anno, a sorte , viene estratto colui che avrà l’onore di portarle. Le offerte che vengono ricavate dall’iscrizione al sorteggio della bandiera vengono donate alla Piccola Opera della Redenzione.
 
Battenti Visciano
 
TIPO DI ASSOCIAZIONE: Riconosciuta
 
ESISTENTE E OPERANTE SUL TERRITORIO DAL: 1943
 
PRESIDENTE: LA MANNA ANGELO
 
SEDE: Santuario Basilica Maria SS: Consolatrice del Carpinello
 
RECAPITI: 0818299306
 
NUMERO COMPONENTI.: Illimitato

La storia dei battenti
 
 
Nell’anno 1941, a Schiava di Casamarciano in provincia di Napoli, nei pressi del bivio per Tufino, il signor Napolitano Antonio, detto “o ferraro ”, fu investito da un’auto e trascinato fino all’incrocio per Casamarciano. In quei terribili secondi ebbe in visione la Madonna Maria Santissima Consolatrice del Carpinello di Visciano e non riportò alcuna ferita grave, solo delle piccole escoriazioni. Convinto di essere stato miracolato, decise di fare un pellegrinaggio a piedi nudi, sottoforma di battente,da Schiava a Visciano. Il Napolitano, la moglie e le due figlie, vestiti da battenti, la domenica della festa in onore della Madonna del Carpinello, che ricade nella penultima domenica del mese di luglio, giunsero alla chiesa parrocchiale di Visciano stanchi, sudati e con i piedi rigati di sangue per le ferite riportate a causa dell’allora fondo sterrato e pietroso della strada provinciale. In quel tempo e fino agli anni settanta, la statua della Madonna, dopo la processione della domenica e fino a quella del martedi, rimaneva esposta nella chiesa parrocchiale di Maria Santissima Assunta in Cielo. Per due anni si ripeté il pellegrinaggio della famiglia Napolitano ,ad esso si unirono una ventina di persone di Visciano, alle quali il Napolitano chiese un contributo di cinque lire per la partecipazione, da devolvere alla Vergine del Carpinello. La famiglia Napolitano rimase sempre molto devota alla Madonna  tanto che la Signora Lina , figlia del Napolitano, nel 1972 volle cantare sul carro votivo una canzona composta da Raffaele Montella “ E doje chiese”. Intanto alcuni Viscianesi che avevano partecipato ai primi due pellegrinaggi decisero di organizzarlo direttamente ed ebbero l’idea di dotarsi di una bandiera con l’effige della Madonna del Carpinello e la scritta “Battenti di Visciano”. Essa venne realizzata con le offerte dei primi battenti e di alcuni cittadini generosi. La ordinarono a Napoli, ma in quell’estate terribile del 1943 ci fu una serie di gravi bombardamenti sulla città e l’artigiano dovette spostarsi a Torre Annunziata, perché la sua bottega era stata colpita dalle bombe. La Manna Sebastiano, detto “ ‘o pugliese”, D’Onofrio Aniello,detto “ Cauzone” e Salvatore Trinchese , andarono a ritirare la bandiera a Torre Annunziata. Salvatore Trinchese ricorda con grande commozione quella giornata, gli occhi gli si bagnano di lacrime mentre parla. Arrivarono di buon mattino a Torre Annunziata, ma la bandiera non era ancora ultimata e dovettero aspettare quasi l’intera giornata. Quando l’artigiano consegnò loro la bandiera egli, che era il più giovane, la prese in consegna, se la strinse al petto per tutto il viaggio in treno prima e poi a piedi da Nola a Visciano, salendo per la collina di Cicala, senza avvertirne minimamente il peso o provare stanchezza per il cammino. Nel 1944 si costituì un gruppo di 79 battenti, Sebastiano La Manna “o pugliese” fu nominato presidente in quanto era il più anziano. Intanto il miracolato Antonio Napolitano continuava a fare il battente, accodandosi al gruppo di Visciano. La presidenza dell’organizzazione fu tenuta da Sebastiano La Manna fino al 1959 quando, essendo sua moglie gravemente ammalata, lasciò l’incarico a La Manna Domenico, detto “o cuzzutiello”, fino a quel momento coordinatore dei battenti; con lui collaborarono “o muto ‘ e sciullone” , “o muto ‘e pelle crape”, suo  fratello Felice ed altri ancora. L’itinerario del pellegrinaggio non è stato sempre identico. Salvatore Trinchese racconta che un anno andarono per Via Costarelle fino a Taurano e proseguirono per Lauro, Pago del Vallo di Lauro, Marzano ,Liveri, San Paolo Bel Sito,  Nola, Schiava e ritorno a Visciano. Un altro anno fu allungato fino a raggiungere Cicciano, Roccarainola e Tufino. In seguito fu stabilito l’attuale percorso che, partendo da Visciano, raggiunge Marzano di Nola percorrendo la mulattiera, ora asfaltata nella parte ricadente in territorio di Visciano, per poi attraversare Liveri , San Paolo Bel Sito, Nola ,Schiava e arrivo a Visciano presso il Santuario e non più la chiesa parrocchiale. Momento cruciale per i battenti, ma anche per l’intera cittadinanza di Visciano, è il venerdì precedente l’inizio dei solenni festeggiamenti: il sorteggio della Bandiera. Il sorteggio si effettua in piazza Lancellotti completamente gremita da una folla ansiosa di conoscere il fortunato al quale sarà assegnata la bandiera da portare a casa ed esporla per 24 ore, durante le quali tutta la popolazione va a rendere omaggio alla bandiera ,consumando bevande e panini al suono delle canzoni votive dedicate negli anni alla Vergine del Carpinello; inutile sottolineare che ognuno spera di essere sorteggiato. Fino al 1973 l’estrazione avveniva presso l’abitazione di La Manna Domenico, detto “o cuzzutiello”, posta in Via San Michele del Carso. Il biglietto veniva imbussolato e posto in un paniere poi da una piccola finestra, con uno stratagemma tutto particolare, veniva estratto il biglietto vincente. Nel 1973 La Manna Domenico lasciò l’incarico di presidente per motivi di salute e gli subentrò Ferrante Felice, che lo svolse fino al 2008. Nel 2009 venne costituito un nuovo comitato dei battenti con regolare atto notarile e uno statuto, fu eletto presidente La Manna Angelo e vari incarichi vennero assegnati a diversi componenti del comitato. Ogni battente ha conservato nel proprio cuore tante storie, quante preghiere, quante grazie sono state chieste alla Madonna. Ceri, fiori, lacrime, musiche e spari hanno accompagnato la sofferenza e il sudore durante il cammino per rinforzare la fede e l’amore verso la Vergine Consolatrice del Carpinello.   













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